Domande più frequenti (FAQ) relative all'allattamento e all'alimentazione dei lattanti
In questa pagina trovate le risposte alle domande più frequenti relative all’allattamento. Le informazioni fornite in questa sede non sostituiscono una consulenza specialistica in caso di domande più complesse sull’allattamento e difficoltà maggiori.
Qui trovate degli indirizzi utili per un sostegno supplementare.L’allattamento ha ormai perso da molto tempo la sua proprietà di essere “la cosa più naturale del mondo”. Molte madri all’inizio sono insicure e si trovano confrontate con ostacoli grandi e piccoli. Non createvi complessi inutili pensando che tutte le altre madri allattano senza problemi e siete le unichea riscontrare difficoltà.
Ogni allattamento è un’esperienza a sé! Molti problemi possono essere risolti grazie a un’informazione corretta e a un supporto professionale. A volte, tuttavia, nonostante le migliori intenzioni non è possibile allattare esclusivamente al seno. Anche se dovete integrare con del latte per neonati o smettere di allattare, siete la mamma perfetta per il vostro bambino. Grazie alle vostre cure amorevoli e al contatto fisico potete trasmettergli ciò di cui ha più bisogno: vicinanza, amore e sicurezza affettiva.
attualizzato 2024
Domande generali sull’allattamento al seno
1. La forma del mio seno è determinante per l’allattamento?
2. Con che frequenza devo allattare il mio bebè?
3. Come capisco se il mio bambino assume abbastanza latte?
4. Cosa posso fare se ho troppo latte?
5. Cosa posso fare se non ho latte a sufficienza?
6. Cosa posso fare se ho dolori o prurito ai capezzoli?
7. Cosa posso fare nel caso di un ingorgo mammario / una mastite?
8. Mio figlio rifiuta il seno – cosa posso fare?
9. Nel periodo in cui allatto posso mangiare di tutto?10. Posso consumare alcol, nicotina o cannabis come madre che allatta? 11. Quando devo dare a mio figlio degli alimenti complementari?
12. Nei periodi caldi i bambini allattati al seno hanno bisogno di acqua?
13. È positivo se mio figlio si addormenta al seno?
14. Cosa posso fare affinché l’allattamento notturno non sia così faticoso?
15. Per quanto tempo si deve allattare un bambino?
16. Nutrire con il biberon?
17. Se non volessi o non potessi (più) allattare?
18. L’allattamento cambia l’aspetto del mio seno?
Domande sull’estrazione e la conservazione del latte materno
19. Posso continuare ad allattare quando torno al lavoro?
20. Quale pompa tiralatte è adeguata nel mio caso?
21. A cosa devo prestare attenzione quando estraggo il latte?
22. Come devo conservare / somministrare il latte materno estratto con la pompa tiralatte?
1. La forma del mio seno è determinante per l’allattamento?
Se non siete sicure di poter allattare, avete la possibilità di far esaminare il vostro seno da uno specialista (ginecologo, levatrice, consulente per l’allattamento) prima del parto per
prepararvi
di conseguenza – ma non lasciatevi prendere dall’insicurezza se il seno o i capezzoli hanno una forma particolare.
La forma e la grandezza del seno e dei capezzoli sono diverse in ogni donna. Molte mamme si preoccupano inutilmente perché pensano di non poter allattare a causa di seni piccoli, capezzoli piatti o ombelicati. La grandezza del seno solitamente non influisce sulla capacità di produrre latte. Determinante è la
presenza di tessuto ghiandolare, luogo di produzione del latte materno durante il periodo dell’allattamento. Anche le donne con seni piccoli possono allattare se dispongono di sufficiente tessuto ghiandolare. I seni molto grandi devono essere adeguatamente sostenuti. Se i capezzoli sono grandi, il bambino potrebbe avere qualche difficoltà ad afferrarli. La forma del capezzolo non è però determinante per l’allattamento.
Di estrema importanza: un bambino posizionato correttamente al seno ha la bocca spalancata e non succhia solo la punta del capezzolo.
Nei primi giorni vi è spesso un
ingrossamento del seno (montata lattea), che potrebbe rendere difficoltoso l’attaccamento del neonato al seno. È molto importante
allattare frequentemente
per ammorbidire il seno, affinché il bambino impari a succhiare correttamente e la produzione del latte venga stimolata in modo ottimale. Se il vostro
capezzolo è difficile da afferrare
a causa di una tensione eccessiva, potete innanzitutto estrarre un po’ di latte massaggiando il seno.
Anche dopo un’
operazione al seno
è possibile allattare, a dipendenza dell’intervento chirurgico eseguito. Informatevi dal vostro chirurgo e chiedete consiglio a una consulente per l’ allattamento IBCLC.
Solo dopo aver provato ad allattare scoprirete se e in che modo potrete farlo. Alcuni bebè non hanno nessuna difficoltà a poppare fin dall’inizio – altre coppie madre-bambino hanno bisogno di tempo e di pazienza prima di trovare la giusta armonia. A volte può essere utile utilizzare
un ausilio per l’allattamento
(ad es. una tettarella o un forma-capezzolo) seguendo le istruzioni di una specialista (consulente per l’allattamento, levatrice o infermiera consulente materna pediatrica).
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2. Con che frequenza devo allattare il mio bebè?
Nei primi giorni dopo il parto il seno materno produce il colostro (primo latte), ricco di sostanze nutritive e immunitarie. Nonostante la sua quantità sia ridotta, è molto importante allattare frequentemente il bebè, per insegnargli
a succhiare dal seno in maniera ottimale, stimolare una
buona produzione di latte
ed
evitare un fastidioso ingrossamento del seno. La montata lattea si verifica solitamente tra il terzo e il quinto giorno dopo il parto.
Nelle prime settimane un neonato dovrebbe essere allattato almeno
8-12 volte al giorno. Si raccomanda di allattare secondo le sue necessità e non a un ritmo fisso. Un lattante ha un modo tutto suo per farvi capire che vuole il latte: muove la bocca alla ricerca del capezzolo, gira la testa, si succhia le manine ecc. Non aspettate che il bambino pianga altrimenti avrete difficoltà a tranquillizzarlo e ad attaccarlo al seno.
L’allattamento a richiesta
favorisce l’aumento di peso del lattante, nonché la relazione e la comunicazione tra madre e figlio.
Ogni bambino ha una propria personalità e anche un
modo individuale di poppare. Vi sono lattanti che si attaccano con molta efficienza e solo per poco tempo al seno, mentre altri succhiano a lungo e voluttuosamente oppure vogliono poppare molto spesso. Nelle prime settimane molti neonati cercano frequentemente il seno e vogliono stare attaccati a lungo soprattutto la sera, questo comportamento viene denominato Clusterfeeding ed è del tutto normale; non significa che non avete latte a sufficienza.
Allattamento non significa solo nutrimento. I bambini hanno un grande bisogno di succhiare indipendentemente dalla fame. Ciò li aiuta ad alleviare i dolori, a rilassarsi dalla stanchezza, dal malessere, dalla tristezza e dalla paura e a trovare tranquillità.
Le prime settimane e i primi mesi con un lattante per molte donne sono un periodo intenso che può causare spossatezza ed esaurimento. Cercate sostegno e rivolgetevi a uno specialista prima di raggiungere i vostri limiti.
Anche se alcuni bambini si trovano bene con un ritmo regolare e il numero di poppate si riduce con il passare del tempo, vi sono sempre delle fasi in cui desiderano poppare/succhiare più spesso, ad esempio nelle
fasi della crescita,
dolori ai denti
e
fasi di sviluppo emotive. L’allattamento su richiesta è raccomandabile anche per un bambino più grande.
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3. Come capisco se il mio bambino assume abbastanza latte?
Durante l’allattamento non è possibile – come durante la nutrizione con il biberon – vedere quanto latte ha bevuto il vostro bambino. Ciò può provocare insicurezza in alcune madri. È possibile pesare un bebè prima e dopo l’allattamento, ma nella maggior parte dei casi questo causa solo un inutile stress. Vi sconsigliamo inoltre di estrarre il vostro latte per vedere quanto “producete”, perché certe donne riescono ad estrarre solo poco latte con una pompa tiralatte nonostante ne producano a sufficienza.
Se
allattate su richiesta
(
cfr. domanda 2) e l’aumento di peso del vostro bambino è soddisfacente (esiste la possibilità di pesare il bebè nei consultori genitore bambino) potete star sicure che assume una quantità sufficiente di latte.
Ulteriori segni di un buon allattamento sono:
- il bebè è
attivo e interessato al suo ambiente
- bagna i pannolini 5-6 volte al giorno
- il neonato
va di corpo
tre o quattro volte al giorno. A partire dalle 5 settimane di vita la frequenza può diminuire notevolmente, anche una sola volta a settimana può essere normale.
Alcune madri sentono bene il cambiamento del loro seno durante l’allattamento: prima della poppata pesante, in seguito morbido e rilassato. Non tutte percepiscono il
riflesso di emissione del latte
e la maggior parte di loro lo avverte meno intensamente con il passare del tempo. Talvolta all’inizio fuoriesce del latte dall’altro seno. Il fatto che la dimensione del vostro seno diminuisca nuovamente non significa che la produzione di latte sia insufficiente. È del tutto normale che la quantità di latte si stabilizzi e il vostro seno ridiventi morbido.
È importante inoltre osservare il
comportamento del bebè mentre succhia: è posizionato correttamente? Succhia con vigore? Sentite chiaramente il bebé deglutire? Dopo la poppata è sazio e si stacca dal seno? Le sue mani sono rilassate? Se avete il sospetto che il vostro bambino non riceva abbastanza latte, potete
aumentare la frequenza delle poppate, anche a costo di svegliarlo. Se ciò non aiuta, contattate una specialista (consulente per l’allattamento, levatrice o consulente materno-pediatrica).
Se volete seguire l’evoluzione del peso di vostro figlio nel primo anno, avete a disposizione
il seguente grafico.
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4. Cosa posso fare se ho troppo latte?
Nelle prime settimane succede spesso che la produzione di latte sia eccessiva. La quantità deve innanzitutto adattarsi all’esigenza del bambino. Pertanto può accadere che il vostro seno sia fastidiosamente teso e fuoriesca spesso del latte.
Se il vostro
riflesso di emissione del latte è molto forte
e il bambino tossisce perché gli va di traverso, potete far uscire il primo latte in un pannolino o in un contenitore e riattaccare il bebè quando il flusso di latte rallenta. Potete anche cercare di allattare il bambino in un’
altra posizione
in modo che il latte scorra contro la forza di gravità (madre sdraiata con la testa del bambino sopra il seno). È ragionevole continuare ad allattarlo su richiesta offrendogli comunque solo un seno per poppata e facendogli fare un ruttino di tanto in tanto.
Per raccogliere il latte che fuoriesce tra i pasti, potete utilizzare delle
coppette per l’allattamento
(di ovatta, cotone/seta o silicone).
In alcune situazioni è utile alleggerire il seno per un breve periodo estraendo il latte. Con il tempo la quantità di latte dovrebbe stabilizzarsi in base al bisogno – se così non fosse chiedete consiglio a una specialista (consulete per l’allattamento, levatrice o consulente materno-pediatrica).
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5. Cosa posso fare se non ho latte a sufficienza?
Molte mamme hanno il timore di non avere latte a sufficienza. Se l’aumento di peso del vostro bambino è adeguato ed è evidente che assume abbastanza latte (
cfr. domanda 3), potete stare tranquille.
La
produzione di latte
funziona secondo il
principio
di domanda e offerta: tanto maggiore è la frequenza e l’efficienza delle poppate (=domanda), tanto maggiore è la produzione di latte (offerta). Non conta il tempo che il bambino passa attaccato al seno, ma la
frequenza delle poppate e l’effettiva estrazione di latte. Lunghe pause tra le poppate influiscono negativamente sulla quantità di latte (
cfr. domanda 2).
Diverse cause possono ostacolare la fuoriuscita di latte, sebbene la produzione sia sufficiente.
Tensione, stress e freddo
provocano una scarica di adrenalina che
inibisce l’ossitocina,
l’ormone dell’allattamento
responsabile del riflesso di emissione del latte. Al contrario, rilassamento, tranquillità e calore favoriscono il flusso del latte.
Se la vostra produzione di latte è effettivamente insufficiente, potete procedere nel seguente modo:
- Assicuratevi che il bebè sia
attaccato correttamente al seno
e succhi efficacemente.
- Allattate vostro figlio con maggiore frequenza
(almeno ogni due ore, di notte ogni 3 o 4 ore in funzione del bisogno di sonno). Portando pazienza anche solo per due o tre giorni, spesso si nota un aumento della quantità di latte.
-
Offrite
entrambi i seni
al vostro bambino, in determinate circostanze addirittura passando più volte da uno all’altro ad ogni pasto.
-
Cercate di trovare la
massima tranquillità
nella vostra quotidianità. Consumate spuntini sani e regolari per avere sufficiente energia.
-
Si consiglia un uso moderato del ciuccio.
Potete trovare ulteriori informazioni nelle raccomandazioni per l’uso del ciuccio per i bebè sani.
-
Portate o tenete spesso in braccio il vostro bambino (possibilmente con
contatto pelle a pelle).
-
Di notte fate dormire il bambino vicino a voi prendendo le precauzioni necessarie. L’allattamento notturno
e gli ormoni rilasciati grazie al contatto fisico (prolattina) aumentano la produzione di latte. Esercitatevi ad allattare da sdraiate, affinché possiate rilassarvi.
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6. Cosa posso fare se ho dolori o prurito ai capezzoli?
Nei primi giorni dopo il parto molte mamme sentono un po’ di dolore ai capezzoli. È normalissimo, la pelle sensibile del capezzolo deve innanzitutto abituarsi alla suzione energica di vostro figlio. In seguito allattare non dovrebbe essere doloroso. Se l’
attaccamento è corretto
(il bambino ha la bocca bene aperta, l’areola ed il capezzolo sono al centro della sua bocca, le sue labbra sono rivolte verso l’esterno) l’allattamento è piacevole anche per voi.
Se avete capezzoli dolenti e arrossati cambiate
spesso posizione d’allattamento
ed evitate poppate prolungate. Prima di attaccare il neonato può essere utile
stimolare il riflesso di emissione
del latte scaldando o massaggiando il seno o eventualmente tirando con una pompa tiralatte. L’applicazione di una
pomata
(ad es. lanolina, disponibile in farmacia) o di una medicazione specifica consente di
curare la ferita. Se un capezzolo è dolente / ferito al punto da rendere insopportabile l’allattamento, in alternativa potete estrarre il latte con una pompa tiralatte da dare al bimbo finché la situazione non migliora.
I dolori spesso portano a interrompere l’allattamento. Se i disagi persistono, rivolgetevi tempestivamente a una
specialista
(consulente per l’allattamento, levatrice o consulente materno-pediatrica). Quest’ultimo può anche valutare se il dolore e la ferita sono causati dal modo di succhiare del bambino oppure da ragioni anatomiche (frenulo linguale troppo corto).
Nel caso di
prurito, bruciore o fitte ai capezzoli
la causa potrebbe essere il
mughetto
(fungo «Candida albicans»). In questo caso i capezzoli sono solitamente arrossati e i dolori sono percettibili anche dopo l’allattamento. Il vostro medico curante prescriverà una crema antimicotica per voi e per il bebè. Dato che il mughetto è contagioso, si trova solitamente anche in
bocca e nella zona del pannolino del neonato
e deve quindi essere curato. Di conseguenza l’igiene è molto importante: lavaggio frequente delle mani e dei vestiti, sterilizzazione dei ciucci e degli asciugamani, cambio frequente delle coppette per l’allattamento ecc. Le ferite ai capezzoli si rimarginano meglio con l’umidità, mentre il mughetto si diffonde facilmente nelle zone umide e scure. Per questo motivo è utile tenere il seno all’aria aperta per
mantenerlo asciutto. Il prurito e le fitte al seno possono indicare la presenza di mughetto nei dotti lattiferi. In questo caso non basta una crema antimicotica, ma è necessaria una terapia specifica prescritta da un medico.
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7. Cosa posso fare nel caso di un ingorgo mammario / una mastite?
Un ingorgo mammario e la mastite possono presentarsi in modo simile, ma sono trattate in modo diverso. Calore, riposo e svuotamento frequente del seno sono fondamentali per la guarigione. In caso di mastite, si raccomanda un rapido contatto con uno specialista.
Un
ingorgo mammario
è fastidioso e doloroso e se non viene curato tempestivamente può provocare una mastite. Le
cause
possono essere delle pause troppo lunghe tra un pasto e l’altro, allattare ad orari fissi, un’interruzione improvvisa dell’allattamento, una pressione sul seno dovuta ad abiti stretti, capezzoli lesi (penetrazione di batteri), stress e spossatezza.
Sintomi di un ingorgo mammario: determinati punti o l’intero seno possono essere duri, sensibili alla pressione e dolorosi.
Trattamento di un ingorgo mammario: calore, tranquillità e frequente svuotamento del seno sono fondamentali per la guarigione. Se possibile disdite tutti gli appuntamenti e allattate sovente. Attaccate il neonato al seno in modo tale che il suo mento appoggi sul punto intasato. Se il bambino non vuole poppare, potete estrarre il latte con una pompa tiralatte o massaggiando il seno. Quest’ultimo sistema è più semplice se si esegue sotto il getto di acqua calda della doccia, massaggiando accuratamente i punti intasati. Potete ripeterlo quante volte volete finché il seno si ammorbidisce. Prima di allattare è utile effettuare degli
impacchi caldi. Dopo l’allattamento degli impacchi freddi (ad es. impacchi di ricotta/quark) allievano il dolore. Tuttavia, il calore intenso e il ghiaccio dovrebbero essere evitati perché possono ritardare il processo di guarigione. Fatevi consigliare da uno specialista (consulente per l’allattamento, levatrice o consulente materno-pediatrica).
Sintomi di una mastite: il vostro seno è arrossato, dolente e surriscaldato. Avete probabilmente mal di testa e sintomi influenzali come febbre, dolori alle articolazioni, malessere ecc.
Trattamento di una mastite: una mastite è una complicazione seria. Oltre agli stessi provvedimenti da adottare in caso di ingorgo mammario (tranquillità, se possibile riposo a letto, calore e svuotamento frequente del seno) vi potrebbero servire dei medicamenti che richiedono una prescrizione. Dato che serve un trattamento adeguato entro 24 ore, rivolgetevi immediatamente al vostro medico e in seguito a una consulente per l’allattamento o levatrice.
Alcune mamme temono che allattando con maggior frequenza stimolino la produzione di latte, rischiando così un (ulteriore) ingorgo mammario o una mastite. Svuotare il seno regolarmente è importante per prevenire un ulteriore ingorgo o mastite. Dopo un ingorgo mammario / una mastite è possibile che la quantità di latte si riduca temporaneamente e quindi è necessario stimolare nuovamente il seno.
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8. Mio figlio rifiuta il seno – cosa posso fare?
Un
rifiuto del seno
o uno
“sciopero” dell’allattamento
sono esperienze molto opprimenti per la madre e il bambino, ma solitamente passano abbastanza rapidamente.
A volte la madre interpreta l’atteggiamento di rifiuto del bambino come un desiderio di svezzamento. È tuttavia inusuale che un lattante lo interrompa autonomamente nel primo anno di vita.
Alcune
cause
del rifiuto del seno / dello sciopero dell’allattamento sono:
- riflesso di emissione del latte troppo forte / troppo debole
- inquietudine o eccesso di stimoli esterni, distrazione
-
dolori (ad es. in caso di otite media, mughetto, reflusso o coliche)
- raffreddamento (naso intasato)
- capezzolo difficile da afferrare
-
gusto inusuale del latte materno (a causa di medicamenti, mastite, gravidanza, alimentazione, nicotina)
Può essere molto difficile individuare il motivo del comportamento del bambino. Se dura a lungo, è consigliabile un esame del pediatra per
escludere cause mediche.
È utile individuare quali siano le
condizioni di allattamento migliori per il bebè: spesso quando è mezzo addormentato, nell’oscurità, in braccio, in un’altra posizione di riposo, dopo aver sollecitato il riflesso di emissione del latte o dopo la fuoriuscita del primo latte. Nel caso di un rifiuto del seno servono
tempo e molta pazienza
per superare il problema e ripristinare l’allattamento.
Se vostro figlio assume latte a sufficienza e cresce bene, non dovete preoccuparvi nel caso di un rifiuto del seno temporaneo. Se così non fosse oppure il bebè ha meno di otto settimane, per essere sicuri che riceva abbastanza nutrimento può essere necessario estrarre il latte con una pompa tiralatte o massaggiando il seno e darglielo con un cucchiaio o un piccolo bicchiere. È inoltre consigliabile rinunciare al ciuccio finché il bambino ricomincia a poppare senza problemi. Si consiglia di rivolgersi a una specialista (consulente per l’allattamento, levatrice o consulente materno-pediatrica).
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9. Nel periodo in cui allatto posso mangiare di tutto?
Durante l’allattamento per principio potete mangiare tutto ciò che è sano e che vi piace. In questo periodo
aumenta l’esigenza di sostanze nutritive, minerali e vitamine. Assicuratevi di nutrirvi in maniera varia e adeguata affinché non manchi nulla a voi e al vostro bambino. Frutta, verdura, alimenti integrali, legumi, pesce, carne, latticini, oli vegetali ad alto valore nutrizionale (ad es. olio di colza) e noci sono gli alimenti ideali che contribuiscono a coprire il maggiore fabbisogno di sostanze nutritive nel periodo dell’allattamento. Anche il fabbisogno di iodio aumenta notevolmente – utilizzate sale da cucina iodato per prevenire una sua possibile carenza.
Un’
alimentazione vegetariana
comprendente latte, latticini e uova non dà alcun problema, tuttavia il latte delle donne che non mangiano pesce contiene meno DHA (acido docosaesaenoico: è un acido grasso importante per lo sviluppo del cervello del neonato). Si raccomanda di assumere un integratore alimentare a base di DHA.
Un’
alimentazione vegana
priva di carne, pesce, uova, latte e latticini richiede una buona conoscenza di questa forma di nutrizione e un'adeguata integrazione delle sostanze mancanti durante il periodo dell'allattamento.
Il bambino ha già sperimentato i vari aromi della vostra alimentazione quando era nel grembo. Anche il latte materno assume il sapore di quello che avete mangiato e prepara il bimbo in modo ottimale ai successivi pasti in famiglia. Da questo punto di vista è importante che le mamme si nutrano in maniera sana e variata sia durante la gravidanza che nel periodo dell’allattamento.
Flatulenze e indisposizioni
del lattante sono raramente legati alla dieta della madre. Se constatate che dopo aver mangiato qualcosa di specifico vostro figlio reagisce ogni volta con flatulenze e indisposizioni, potete sospendere tale alimento per un certo periodo.
Durante l’allattamento è meglio assumere con moderazione
bevande contenenti caffeina
come caffè, tè nero o coca cola, al massimo 2-3 tazze al giorno.
Più d' informazioni nel' opuscolo
"Alimentazione durante la gravidanza e l’allattament" ritorno
10. Posso consumare alcol, nicotina o cannabis come madre che allatta?
L'alcol
passa nel latte materno e raggiunge lo stesso livello del sangue materno. Ciò significa che se si
beve al massimo 1 dl di vino o 3 dl di birra, il latte materno non conterrà quantità di alcol dannose per il bambino allattato al seno. Seguite durante il periodo dell’allattamento le raccomandazioni generali per il consumo di alcolici, cioè bere un bicchiere solo occasionalmente.
La nicotina e le altre sostanze nocive del fumo di sigaretta
passano nel latte materno e causano danni duraturi allo sviluppo del bambino. Rinunciate al fumo o riducete il più possibile il numero di sigarette fumate. Fumate dopo aver allattato e non nelle vicinanze del bambino, per ridurre al minimo l'esposizione del bambino al fumo ambientale. Questo vale anche per le altre persone che si occupano del bambino. Ulteriori informazioni sul fumo sono disponibili presso la Lega polmonare.
La cannabis (THC) passa nel latte materno e viene assorbita molto bene dal bambino con il latte. Questo ha effetti sul bambino
e danneggia il suo sviluppo neurologico. La cannabis rimane nel corpo per molto tempo dopo il consumo e quindi compare ancora nel latte materno molto più tardi. Pertanto, non esiste un livello di consumo di cannabis innocuo per il bambino. Se si sta allattando, è bene astenersi completamente dalla cannabis. Se si consuma cannabis, non si deve allattare.
L’estrazione del latte materno non aiuta
Non è possibile "ripulire" il latte materno da sostanze indesiderate come l'alcol, la nicotina, le droghe, ecc. La concentrazione di queste sostanze nel latte materno corrisponde solitamente a quella del sangue. Solo quando il tasso nel sangue diminuisce, diminuisce anche nel latte materno.
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11. Quando devo dare a mio figlio degli alimenti complementari?
La raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) valida in tutto il mondo e per ogni bambino prevede l’
allattamento esclusivo nei primi sei mesi di vita e in seguito, anche dopo aver introdotto l’alimentazione complementare, la possibilità di protrarlo fino all’età di due anni o più. La Società Svizzera di pediatria (SSP) formula le proprie raccomandazioni in modo volutamente aperto e flessibile. L’allattamento esclusivo fino al sesto mese di vita è un obiettivo auspicato. L’introduzione di un’
alimentazione complementare personalizzata in base alle esigenze
può
iniziare non prima del
quinto mese di vita e
deve
comunque avvenire all’inizio del settimo mese.
Dopo sei mesi il latte materno non è più sufficiente a soddisfare il fabbisogno nutrizionale del lattante. In questo periodo la maggior parte dei bambini inizia a mostrare interesse anche per il cibo dei genitori. Il vostro piccolo vuole anche provare cose nuove e ve lo fa capire a modo suo, con i suoi sguardi interessati, sgambettando o tendendo le braccia. Inoltre a questa età i bambini sanno quasi stare seduti e portare miratamente la mano alla bocca, comportamenti che mostrano che il bambino è pronto per imparare a mangiare. Durante un pasto potete iniziare ad allattare il vostro bambino per poi offrigli qualche alimento supplementare.
Dopo aver introdotto l’alimentazione supplementare potete continuare ad allattare fino a quando voi e il vostro bimbo lo desiderate.
Ora il bambino comincia a bere anche l’acqua, ad es. utilizzando una tazza con beccuccio e in seguito un bicchiere di plastica. L’importante è che la bevanda che gli offrite non sia dolcificata.
Se l’allattamento funziona bene, nei primi sei mesi non è necessario somministrare altri alimenti o liquidi. Ma se in questo periodo vostro figlio vuole provare alimenti solidi oppure voi desiderate dargli dei cibi complementari (ad es. quando siete assenti o avete la sensazione che il bebè ha bisogno di ulteriori alimenti) allora potete farlo. Tuttavia non prima della fine della 17ª settimana e scegliendo degli alimenti adeguati a questa fase precoce della vita e alla mucosa intestinale non ancora completamente matura.
Ogni bambino è pronto a mangiare ad un età leggermente diversa
e si raccomanda di procedere come in tutte le fasi di sviluppo, dolcemente, senza pressione e individualmente. Per stabilire un comportamento nutrizionale sano, è importante introdurre senza pressione gli alimenti complementari. I genitori possono star certi che un bambino sano si farà intendere quando vuole imparare a mangiare. La condizione è che sia il momento giusto e che al bebè si proponga un’offerta sana e variata.
Alimentazione complementare
significa introdurre lentamente un’alimentazione supplementare per abituare il lattante. Se desiderate continuare ad allattare, nel primo anno è meglio non sostituire le poppate con cibi solidi, ma solo aggiungerli. Così sarete sicure che la produzione di latte rimarrà inalterata. A questa età i lattanti necessitano di circa
500 ml di latte materno
al giorno.
Introduzione degli alimentari per il neonato (SSP/SSN)
Se invece volete smettere di allattare gradualmente, potete pian piano sostituire le poppate con cibi complementari. Ciò durerà alcuni mesi, poiché imparare a mangiare è un processo lento. Tenete presente che i lattanti tra i sei mesi e un anno hanno bisogno di 500 ml di latte. Se smettete di allattare o state ancora allattando vostro figlio in maniera ridotta prima che compia un anno, somministrategli del latte per lattanti.
Più d' informazioni nel' opuscolo
"Alimentazione dei lattanti e dei bambini in tenera età"ritorno
12. Nei periodi caldi i bambini allattati al seno hanno bisogno di acqua?
No: se nella stagione calda il bambino viene allattato frequentemente e a richiesta, non ha bisogno di altri liquidi.
Il latte materno è costituito per l’88% da acqua. Un bambino allattato al seno riceve quindi abbastanza liquidi per placare la sua sete. Allo stesso tempo, il latte materno fornisce anche tutti i nutrienti essenziali di cui ha bisogno.
Pasti brevi e frequenti a entrambi i seni forniscono un latte piuttosto acquoso con un basso tenore di grassi, ideale per dissetare il bambino. Più a lungo il bebè succhia al seno, più il contenuto di grassi nel latte aumenta, rendendolo più saziante.
Non è quindi necessario dare al bambino altri liquidi come acqua o tè. (I bimbi dai sei ai dodici mesi che mangiano altri alimenti oltre al latte materno possono ricevere una piccola quantità d’acqua in aggiunta ai pasti.)
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13. È positivo se mio figlio si addormenta al seno?
I lattanti si addormentano spesso al seno, quindi si tratta di un
rituale affermato. Molte madri sono insicure quando il loro bambino si addormenta ancora al seno dopo i sei mesi. L’addormentarsi al seno è un
comportamento naturale. Durante lo sviluppo dell’autonomia infantile esso perde d’importanza e può essere sostituito con un altro rituale.
La suzione è stancante, inoltre il
contatto fisico
ha un effetto tranquillizzante grazie al rilascio di endorfine (i cosiddetti ormoni della felicità) e di ossitocina (l’ormone dell’allattamento). Molti genitori riferiscono che il proprio figlio si addormenta facilmente al seno, mentre con altri metodi impiega più tempo. Sono pochi i neonati che riescono ad addormentarsi da soli nel lettino senza il contatto fisico con una persona di fiducia.
Chi si oppone a questa pratica sostiene che far addormentare un bambino al seno può trasformarsi in un’
abitudine indesiderata
e il bambino potrà richiedere di essere allattato ogni volta che si sveglia di notte. Se e quando un bambino inizia a dormire tutta la notte
dipende da molti fattori, ad es. lo sviluppo emotivo. Anche i bambini che non vengono allattati al seno nel secondo anno di vita si svegliano più volte di notte.
Non vi è
alcun motivo, per cui un bambino non dovrebbe addormentarsi al seno – se non che la mamma non lo desideri.
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14. Cosa posso fare affinché l’allattamento notturno non sia così faticoso?
Venire svegliate più volte durante la notte per allattare e/o tranquillizzare il vostro bambino può effettivamente essere molto faticoso. Vi sono sempre fasi in cui un lattante si sveglia molto spesso e vuole essere allattato a lungo. Tra le possibili ragioni ricordiamo ad es.: un’accelerazione della crescita, infezioni, dentizione, fasi di sviluppo, sensazioni provate durante il giorno che devono essere elaborate di notte.
Lo
sviluppo del sonno
infantile
segue un andamento ondulatorio. Quindi non è detto che il vostro bambino dormirà meglio crescendo. Tra i 6 e i 12 mesi la maggior parte dei bambini torna a svegliarsi più spesso, indipendentemente dal fatto che vengano allattati o meno. È normale che sia così e questo fatto ha poco a che vedere con l’alimentazione, ma piuttosto con lo
sviluppo emotivo
e le paure ad esso legate.
Per voi e il vostro bambino può essere utile dormire uno accanto all’altro in modo tale che quando si sveglia non cominci neppure a piangere e che voi non dobbiate alzarvi. L’importante è che
il luogo dove fate dormire il lattante sia il più sicuro possibile.
Recentemente una commissione della Società svizzera di pediatria e neonatologia e la nostra fondazione hanno pubblicato le seguenti raccomandazioni in merito al luogo sicuro per far dormire il lattante.
«Il luogo più sicuro dove far dormire un lattante è il suo lettino nella stanza dei genitori. Un’alternativa ragionevole possono essere ad esempio i lettini agganciabili al letto dei genitori.
Dormire assieme e quindi condividere il letto dei genitori (= bedsharing) è impegnativo per questi ultimi. Il lattante ha bisogno di spazio sufficiente per dormire, quindi il letto deve essere abbastanza grande e il materasso fermo. Si dovrebbe fare a meno di cuscini, supporti in pelliccia o simili. Se i genitori sono fumatori o hanno assunto alcolici, sedativi o droghe, sono malati o molto stanchi, condividere il letto comporta un rischio considerevolmente maggiore di SID (= sindrome della morte improvvisa del lattante) che quindi sarebbe opportuno evitare».Paediatrica Vol. 24, Nr. 5, XII/ 2013 (Bulletin der Schweizerischen Gesellschaft für Pädiatrie)
Se vi sentite insicure su quale sia il posto giusto per far dormire il vostro bambino, parlatene con il pediatra o con una consulente materno-pediatrica.
Se non volete più allattare durante la notte, potete introdurre un rituale del sonno alternativo adeguato al bambino, che consigliamo di non lasciare solo, se reagisce piangendo e con paura.
Nelle fasi più faticose e impegnative per la mancanza di sonno si dimostra una soluzione valida coricarsi presto e dormire quando dorme il bambino, anche di giorno. Il vostro partner o altre persone di riferimento possono darvi una mano accudendo di tanto in tanto il bambino per permettervi di riposare.
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15. Quanto tempo allattare un bambino?
La durata dell’allattamento viene decisa in famiglia.
La raccomandazione ufficiale dell’
Organizzazione mondiale della sanità (OMS)
è di nutrire il bambino con l’allattamento esclusivo nei primi sei mesi di vita e in seguito introdurre gradualmente i cibi complementari continuanto ad allattare fino al secondo compleanno (e oltre). La Società svizzera di pediatria (SSP) formula le proprie raccomandazioni in modo volutamente aperto e flessibile. L’allattamento al seno esclusivo per sei mesi è un obiettivo auspicato. L’introduzione individuale di un’alimentazione complementare adeguata può avvenire al più presto a partire dal quinto mese di vita e dovrebbe avvenire al più tardi all’inizio del settimo mese di vita. È consigliabile continuare l’allattamento al seno dopo l’introduzione dell’alimentazione supplementare per tutto il tempo in cui la madre e il bambino lo desiderano.
Non
siete obbligate
ad allattare così a lungo, ma
potete
allattare per tutto il tempo necessario a voi e al vostro bambino.
Molte madri non si sentono più a loro agio quando allattano ancora il loro bambino (in pubblico) dopo i sei o al più tardi i dodici mesi e diventano insicure quando le criticano sostenendo che non vogliono lasciare il loro bambino o che il latte materno non è sufficientemente nutriente.
In realtà vi sono
buone ragioni
per continuare ad allattare il più a lungo possibile:
- Alcuni vantaggi per la salute del bambino dipendono dalla durata dell’allattamento (protezione dalle infezioni, prevenzione di tumori, sovrappeso, diabete)
- L’allattamento prolungato migliora lo
sviluppo cognitivo, linguistico e motorio.
-
Lo
sviluppo emotivo
del bebè e del neonato viene favorito dall’allattamento, dalla relativa suzione tranquillizzante e dal contatto fisico.
- Il latte materno non perde valore neppure dopo il primo anno di vita e continua a essere un’importante fonte di
proteine, vitamine, minerali e calorie
ad elevato valore nutrizionale. Addirittura a partire dal sesto mese la quantità di
fattori immunitari
protettivi aumenta, per cui il bambino che inizia a muoversi gode di un’adeguata protezione.
-
I risultati di ricerche antropologiche e di biologia evolutiva confermano che negli umani l’allattamento prolungato è la norma da secoli.
-
Da non dimenticare i
vantaggi per la salute della madre
grazie all’allattamento prolungato, tra cui la prevenzione del tumore al seno, delle malattie cardiovascolari e del diabete.
-
Nella quotidianità sovente frenetica sedersi o sdraiarsi per allattare può essere benefico e rilassante anche per la madre.
Quando non è possibile risolvere i problemi di allattamento e la pressione si ripercuote sul rapporto con vostro figlio, non dovete sentirvi in colpa se smettete di allattare.
Il legame con vostro figlio
può rafforzarsi anche dopo aver smesso di allattare se mantenete il contatto fisico, lo tenete in braccio e gli dedicate amorevoli attenzioni.
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16. Nutrire senza latte materno
Un bambino può crescere bene anche con il biberon e dei preparati per lattanti. Il latte artificiale moderno soddisfa le esigenze nutrizionali del neonato. Quello che manca sono gli anticorpi e alcune sostanze salutari specifiche del latte materno. Inoltre, a dipendenza delle modalità di preparazione, possono esservi contenuti dei batteri.
Scelga un posto tranquillo per dare il biberon al suo bambino. Tenendolo fra le sue braccia, lei gli trasmetterà in ogni caso calore e un sentimento di prossimità. Parli al suo bambino e lo guardi mentre beve. Anche alimentando il bebè con il biberon si può creare un legame profondo tra madre e figlio.
Se l'allattamento al seno si rivela un onere pesante e prolungato, si raccomanda di passare a un’alimentazione diversa.
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17. Se non volessi o non potessi (più) allattare?
È sempre possibile interrompere l’allattamento; a seconda del momento si può ricorrere a metodi diversi.
Smettere di allattare subito dopo il parto
Avete deciso di non allattare o non potete farlo per ragioni mediche: per principio avete due possibilità di interrompere il processo di produzione del latte già iniziato durante la gravidanza e il parto.
-
Assunzione di medicamenti che riducono la produzione di latte. A tale fine nei primi due giorni dopo il parto assumerete un medicamento prescritto dal medico che spesso consente di ridurre la produzione di latte evitando una fastidiosa tensione dei seni. Svantaggio: possibili effetti collaterali, la riduzione della produzione di latte non sempre ha l’effetto sperato, involuzione rallentata dell’utero e irreversibilità della decisione.
-
Nessuna assunzione di medicamenti che riducono la produzione di latte. Anche in questo caso il bebè non viene attaccato al seno. Solitamente la produzione di latte ha inizio e i seni devono venire alleggeriti dal latte con una pompa tiralatte. Se non si preleva tutto il latte la produzione diminuisce naturalmente. Gli impacchi freddi possono alleviare il dolore e favorire il processo. Questo metodo comporta un lento cambiamento degli ormoni materni e dà la possibilità di cambiare idea. Svantaggi: tensione al seno, necessità di tempo e pazienza.
Smettere di allattare nel corso dei primi sei mesi dopo il parto
Il bebè è stato allattato per un po’ di tempo e la produzione di latte è stata stimolata. Anche in questo caso vi sono diverse possibilità per interrompere la produzione di latte.
- Interrompere l’allattamento con dei medicamenti: l’ormone responsabile della produzione del latte (prolattina) viene inibita dai medicamenti. Il bambino non viene più attaccato al seno e deve abituarsi a una nuova forma di nutrimento con latte per lattanti. È importante impedire un ingorgo mammario togliendo un poco di latte all’occorrenza e applicando impacchi caldi e freddi.
-
Interrompere l’allattamento senza l’assunzione di medicamenti dà la possibilità di abituarsi lentamente alla nuova situazione. Le poppate vengono gradualmente ridotte o accorciate. Il latte materno deve essere sostituito con del latte per lattanti. Il processo di interruzione può essere adattato al vostro ritmo e alle esigenze del bambino.
-
L’interruzione parziale può ad es. essere una buona soluzione per le mamme che lavorano. Durante la separazione dovuta al lavoro, il bambino viene nutrito con latte per lattanti (oppure con cibi complementari dopo i quattro mesi), mentre a casa la madre può continuare ad allattare.
Smettere di allattare dopo i primi sei mesi
Oltre alle possibilità descritte sopra, si può abbinare l’introduzione di cibi complementari con l’interruzione dell’allattamento. Se in questo periodo desiderate smettere di allattare gradualmente, potete sostituire pian piano le poppate con del cibo complementare. Ciò durerà alcuni mesi perché imparare a mangiare è un processo lento. Se volete accelerare questo processo potete anche dare al bambino del latte per lattanti. Fino alla fine del primo anno di vita il latte rappresenta un alimento principale per la nutrizione del bambino.
Smettere di allattare dopo l’anno di vita
Se decidete di interrompere l’allattamento, iniziate eliminando una sola poppata, quella di cui vostro figlio sembra aver meno bisogno e che si può sostituire facilmente con un altro alimento o con delle distrazioni. Prima di eliminare anche la poppata successiva dovete attendere un paio di giorni.
Cercate di capire quando il bambino riesce meglio a stare senza seno (ad es. quando siete fuori casa) e per un certo periodo prediligete tali circostanze.
Se preferite che sia il vostro bambino a decidere quando smettere, il periodo dell’allattamento può durare diversi anni; bisogna far notare che l’allattamento di un bimbo che mangia al tavolo con la famiglia non è più paragonabile all’allattamento di un neonato. Se vi sentite bene in quanto madre, questa forma di svezzamento può essere per voi e per vostro figlio un’esperienza gratificante.
In
base all’esperienza l’infuso di salvia
possono essere
utili
per cessare l’allattamento, anche se non esistono prove scientifiche. In ogni caso è importante in questa fase bere a sufficienza, in particolare se si assumono medicamenti, per ridurre gli effetti collaterali.
Il processo di
svezzamento può essere faticoso per voi e vostro figlio. Per questo motivo è importante prendersi il tempo a sufficienza e accompagnare il bambino con pazienza in questo periodo. In questa fase le attenzioni amorevoli e il frequente contatto fisico sono ora ancora più importanti.
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18. L’allattamento cambia l’aspetto del mio seno?
Durante la gravidanza il seno cresce
per l’aumento di volume del tessuto ghiandolare. In parte i tessuti connettivi e adiposi esistenti subiscono variazioni. Si raccomanda un
reggiseno con un buon sostegno
e senza ferretto. Dopo il parto, al più tardi con la montata lattea, il vostro seno diventa ancora più grande. Con la stabilizzazione della produzione di latte ridiventa subito più piccolo e più morbido. Molte donne non sono soddisfatte della forma e della dimensione del loro seno dopo aver smesso di allattare: in alcune il seno diventa più piccolo o afflosciato. Tuttavia nella maggior parte dei casi dopo alcuni mesi e alcuni cicli mestruali il seno torna alla sua forma originaria, poiché si accumula nuovamente del tessuto adiposo.
L’allattamento cambia l’aspetto del vostro seno solo a breve termine. I cambiamenti più duraturi sono dovuti alla
gravidanza
e al
processo d’invecchiamento. Anche il seno delle madri che non hanno mai allattato diventa meno sodo con il passare degli anni. In seguito non è possibile riconoscere dall’aspetto di un seno se una donna ha allattato, ma solo se è stata incinta.
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19. Posso continuare ad allattare quando torno al lavoro?
L’allattamento è possibile anche per le mamme che lavorano e che quindi si separano regolarmente dal proprio figlio. Continuare ad allattare è utile in particolare per le donne che ritornano al lavoro presto dopo il parto e che pertanto sono sottoposte a un
doppio stress.
Dato che i neonati che vengono allattati si ammalano con minor frequenza e in ogni caso per una durata inferiore, dovrete
assentarvi meno dal lavoro. Un bambino più sano significa anche meno notti stressanti e
meno visite mediche. La prima cosa che molte mamme amano fare la sera è rilassarsi dalla lunga giornata di lavoro sedendosi tranquillamente con il loro bambino e allattandolo. In questo modo si ritrovano e superano naturalmente le ore di separazione vissute. Grazie agli
ormoni l’allattamento aiuta anche voi a rilassarvi e ad addormentarvi meglio.
Nei primi 4-6 mesi, in vostra assenza il bambino imparerà a bere il latte materno o latte per lattanti. Nel caso ideale potete
prelevare con una pompa tiralatte il vostro latte
che verrà dato al bebè da una persona di fiducia.
Sul posto di lavoro
estraete il latte ad ogni pausa lunga o almeno con una frequenza tale da evitare una fastidiosa tensione ai seni e la diminuzione della produzione di latte.
Per avere
informazioni sui vostri
diritti
in quanto dipendenti cliccate qui.
È utile chiarire per tempo le vostre intenzioni e possibilità in un colloquio con il vostro superiore e il vostro team.
Rivolgetevi a una specialista per preparare questa nuova fase (consulente materno-pediatrica, consulente per l’allattamento).
Parlate anche con la
persona che assiste
vostro figlio e mostratele come somministrare il latte materno. Ci sono neonati che
all’inizio si rifiutano
di assumere qualcosa in assenza della madre e preferiscono aspettare fino a sera quando rientra la mamma per poter poppare. La situazione può essere molto pesante per tutte le persone coinvolte. Potete organizzarvi in modo da
allattare il bebè durante il lavoro
– tornando a casa durante una pausa o portando vostro figlio con voi.
Alcuni bambini
cercano di recuperare intensamente alla sera e di notte il nutrimento e la vicinanza
e quindi vogliono essere allattati molto spesso. Si raccomanda una
separazione dolce, ossia una lenta abitudine alla persona e all’ambiente estranei. Il bambino deve legarsi emotivamente a una nuova persona di riferimento e imparare a superare la separazione da sua madre. Ciò richiede tempo e pazienza. Se questo processo procede bene, riuscirà anche il cambiamento di alimentazione.
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20. Quale pompa tiralatte è adeguata nel mio caso?
Ci sono vari tipi di pompe tiralatte: pompe elettriche singole o doppie e pompe manuali. Alcune mamme prelevano il loro latte anche a mano.
È indifferente il modo con cui prelevate il latte materno: lo
stimolo del riflesso di emissione del latte
è centrale. Può essere utile provare diversi metodi per trovare quello che si addice meglio a voi. Ogni donna è diversa. Fatevi consigliare da una specialista (consulente per l’allattamento, levatrice o infermiera consulente materno pediatrica) chiedendo di mostrarvi
diversi modelli di pompe tiralatte
e con i loro accessori. Forse capirete che potete anche prelevare efficacemente il latte a mano.
Sono inoltre importanti altre circostanze: quanti giorni alla settimana lavorerete? Per quanto tempo rimarrete separate dal vostro bambino? Come trasporterete la pompa tiralatte e il latte estratto? Dove potrete estrarre il latte sul posto di lavoro? Quanto tempo avrete a disposizione?
Le risposte a tutte queste domande influiscono sulla
scelta della pompa tiralatte. Se lavorate diversi giorni alla settimana e siete separate da vostro figlio per tutto il giorno, conviene una pompa elettrica, per
mantenere un’ottimale produzione di latte. Se lavorate solo uno giorno a settimana o solo mezza giornata basta una semplice pompa manuale.
Se dovete trasportare la
pompa tiralatte
è ragionevole sceglierne una
leggera. Se sul posto di lavoro non avete un locale in cui potervi ritirare, forse è meglio una
pompa silenziosa e non appariscente. Se avete poco tempo per estrarre il latte è sicuramente utile una
pompa doppia
che consente di prelevare il latte da entrambi i seni contemporaneamente.
In alcune farmacie, ospedali o servizi di noleggio potete
noleggiare una pompa tiralatte. Ricordatevi che più è lungo il periodo di noleggio e maggiori saranno i costi. Informatevi pertanto dalla vostra cassa malati riguardo a un’eventuale assunzione dei costi.
Alcune mamme riescono anche senza pompa tiralatte ad esempio andando velocemente a casa nella pausa pranzo oppure all’asilo nido, per allattare il loro bambino oppure chiedendo alla persona che lo assiste di portarlo al posto di lavoro.
Conservazione e preparazione del latte materno in strutture di accoglienzaUn’altra alternativa è
l’estrazione manuale. È il metodo più conveniente e pratico poiché non vi serve praticamente alcun ausilio e sarete ampiamente indipendenti. Lasciatevi mostrare la tecnica dalla vostra consulente per l’allattamento, levatrice o consulente materno-pediatrica.
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21. A cosa devo prestare attenzione quando estraggo il latte?
Una pompa tiralatte sostituisce la suzione del bimbo, poiché svuota il seno all’occorrenza e/o stimola la produzione di latte. Se vi separate a lungo da vostro figlio dovreste estrarre il vostro latte per evitare un
doloroso ingorgo mammario
e garantire il
mantenimento della quantità di latte. In assenza di vostro figlio è quindi importante prelevare il latte tutte le volte che lo allattereste.
All’inizio potreste avere difficoltà a
stimolare il riflesso di emissione del latte con la pompa tiralatte. È normale poiché la vostra reazione alla pompa è del tutto diversa rispetto a quella che avete con vostro figlio. Mettetevi comode, respirate tranquillamente e
rilassatevi
un poco. Forse un’immagine del bambino, un vestitino con il suo odore o una musica piacevole potrebbero aiutarvi a stimolare il riflesso di emissione del latte. Prima di estrarre il latte con la pompa tiralatte fate un
impacco caldo
sul seno o un massaggio dolce per facilitare il flusso del latte. Con il tempo acquisirete sempre maggior destrezza e riuscirete a estrarre il latte materno anche in condizioni non ideali.
La quantità che prelevate con la pompa tiralatte non ha niente a che fare con la reale produzione di latte: solitamente infatti è inferiore alla quantità che il bebè potrebbe succhiare nello stesso lasso di tempo. Alcune madri non sono in grado di prelevare (molto) latte con una pompa tiralatte, sebbene ne abbiano a sufficienza. Di conseguenza utilizzare la pompa tiralatte per controllare quanto latte avete non è sensato e in molti casi crea solo insicurezza. La preoccupazione di avere troppo poco latte può bloccarne il flusso.
Se la quantità di latte dovesse effettivamente calare, è utile estrarre il latte con la pompa tiralatte con maggiore frequenza e/o attaccare vostro figlio più spesso al seno quando siete a casa. Cercate di passare più tempo possibile con vostro figlio fuori dal lavoro concedendovi un po’ di tranquillità e di relax e di nutrirvi a sufficienza e in modo sano.
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22. Come devo conservare / somministrare il latte materno estratto con la pompa tiralatte?
Quando si estrae, conserva e somministra il latte materno è importante
prestare attenzione all’igiene. Innanzitutto lavate sempre le mani. Tutte le parti della pompa tiralatte e del contenitore che vengono a contatto con il latte materno devono essere pulite e lavate con acqua calda e detersivo dopo ogni utilizzo. È possibile anche il lavaggio nella lavastoviglie. In caso di malattie della mamma o del bambino, parto prematuro o altri problemi come mughetto, capezzoli irritati ecc., è opportuna la sterilizzazione quotidiana.
Come
contenitori
si possono usare sacchetti monouso per latte materno, bottiglie di vetro richiudibili o contenitori in plastica di polipropilene (PP). I recipienti di policarbonato (PC) non sono consigliabili a causa del bisfenolo A che contengono, nocivo alla salute.
Conservazione del latte materno estratto:
A
temperatura ambiente
(16 - 29 gradi):
3 - 4 ore
Nel
frigorifero
(meno di 4 gradi):
3 giorni
Nel
congelatore
(più freddo di - 17 gradi):
6 mesi
Se non somministrate il latte estratto nel giro delle quattro ore successive, dovete metterlo in frigorifero o in una borsa frigo. Non mettete il latte negli scomparti della porta, ma sul fondo del frigorifero, dove è più freddo. l latte materno può essere conservato in frigorifero fino a un massimo di 5 giorni.
Congelazione e scongelazione del latte materno
Indicate la data sui contenitori
e iniziate a consumare il latte più vecchio. Conservate il latte a una temperatura compresa tra i -18 e i -20 gradi.
Se volete congelare il latte materno, riempite delle
porzioni da 50 o 100 ml, affinché non dobbiate buttarne via troppo se il bambino non lo bevesse tutto dopo che è stato riscaldato. Somministrare il latte riscaldato entro 2 ore. Il latte che non può più essere utilizzato è ideale anche come prodotto per il bagno.
La miglior cosa è lasciar
scongelare
il latte un paio d’ore
in frigorifero
prima di usarlo. In seguito potete scaldare il latte liquido nel bagno caldo (non bollente). Il latte materno non dovrebbe
mai
essere scaldato nel
forno a microonde, poiché quest’ultimo distrugge delle componenti preziose e distribuisce il calore in modo non uniforme causando possibili ustioni al bambino.
Non ricongelare il latte una volta scongelato. Una volta che il latte è scongelato, deve essere rimesso immediatamente in frigorifero fino al momento dell’uso. Il latte materno scongelato può essere conservato non aperto per 24 ore a +4 °C . Dopo l'apertura del contenitore, il latte materno scongelato deve essere conservato a +4 °C e consumato entro 12 ore.
Il latte materno scongelato può avere
un leggero gusto di sapone. Se al bambino non dà fastidio, non dovete preoccuparvi.
Se nel congelatore avete ancora scorte di latte che il bambino non beve più, potete mescolarle con una pappa o aggiungerle a frutta e verdura.
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